Piana di Petosino e torrente Quisa


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La piana di Petosino oltre alle valenze paesaggistiche è importante per via dei ritrovamenti paleontologici di resti di mammut, risalenti a 20.000 anni fa. Tra il 1905 ed il 1914, durante gli scavi effettuati in una cava di argilla presso Petosino, furono portati alla luce dei resti di questo grande mammifero, oggi conservati nel Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo. Questa porzione di territorio è caratterizzata dalla presenza di rogge (canali artificiali) e canali irrigui ed è racchiusa tra le pendici collinari del Monte Canto Alto e il corso del Torrente Quisa, che scorre ai piedi dei versanti settentrionali dei Colli di Bergamo. Il territorio, solo marginalmente urbanizzato, è perlopiù coltivato a seminativi su appezzamenti di medie dimensioni che si alternano alle aree a prato e alle fasce boscate presenti lungo i corsi d’acqua. La maggior parte di queste aree è coltivata a granoturco, aspetto che ha indotto alla realizzazione di rogge interpoderali per l’irrigazione dei campi consentendo così la crescita di siepi arboree lungo le rogge stesse. Questi elementi costituiscono corridoi ecologici secondari in grado di connettere le aree boscate dei Colli di Bergamo con le aree naturali presenti lungo i versanti del Canto Alto. La piana è interessata dal percorso ciclopedonale che segue in parte il corso del Torrente Quisa e consente il collegamento tra la zona di Valmarina, il Santuario di Sombreno e la piana di Valbrembo.

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